«UN ATTO DI FEDE». E’ con queste parole che il sindaco Vittorio Gatti ha ricompattato i ranghi e rimesso in carreggiata i 4 dissidenti della Lega che per settimane hanno fatto traballare la coalizione di centrodestra. La promessa di mettere mano alle nomine del Consiglio della Casa di riposo Scola nel prossimo autunno, sembra aver temporaneamente scongiurato la crisi che da 12 mesi tiene con il fiato sospeso la politica cittadina. Durante le oltre 4 ore di Consiglio comunale non sono mancati i colpi di scena. Bilancio approvato senza la presenza del sindaco che, stremato dalla diatriba delle prime 2 ore di assise, ha lasciato dirigere i lavori al vice Cereda. Tensione e clima incandescente anche a causa dei tanti dipendenti della Casa di riposo presenti tra il numeroso pubblico. Tre sospensioni. E il vicesindaco Davide Cereda che, dopo l’ennesimo «vergogna» gridato dalla platea, è scattato dagli scranni della Giunta per sfidare i contestatori.
Poi la denuncia di Sergio Cazzaniga (Insieme per Besana) che ha svelato i contatti «segreti» avviati dal sindaco per trovare una nuova maggioranza estromettendo i «fastidiosi» amici della Lega. La pesante accusa di manovrare sottobanco è stata aspramente contestata dal capogruppo del Pdl, Diego Crippa, completamente estraneo alla vicende e pronto a rimettere il suo mandato. Ad aprire il Consiglio è stato il sindaco Vittorio Gatti che ha rassicurato i leghisti sul futuro della casa di riposo. «Non ci sarà soluzione di continuità con l’attuale Cda ed entro l’autunno ci saranno dei cambi». Dopo la prima sospensione il capogruppo del Carroccio, Emanuele Pozzoli, ha chiesto al sindaco i tempi e le modalità per il nuovo Cda della Scola. Tensione alle stelle, con il sindaco che ha tuonato contro i leghisti: «non subirò nessuna estorsione». A rasserenare gli animi leghisti, gli ordini arrivati tramite una telefonata e l’eloquente cenno giunto dal consigliere provinciale Luca Viviani, seduto tra il pubblico, che in pochi secondi hanno portato gli esponenti del Carroccio a rinnovare la fiducia, assecondando «l’atto di fede» richiesto del primo cittadino di Besana. Un comportamento che Cazzaniga di Insieme per Besana ha riassunto senza giri di parole: «Il sindaco è stato umiliato da una componente della maggioranza».
tratto da infonodo.org
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